Ottenere il salmone affumicato Upstream non è certo semplice, ma alla base della produzione c’è un desiderio davvero speciale: quello di mettersi in cerca di un gusto che si pensava perduto e che invece esiste ancora, seppur molto distante da quello del classico salmone che si trova al supermercato, fin troppo convenzionale. Upstream si chiama così proprio perché vuole essere controcorrente e percorrere una strada differente: è, in effetti, il risultato di un processo speciale al quale è stato attribuito il nome – già di per sé significativo – di Sistema di Controllo Distensivo.
Alla ricerca degli standard di eccellenza
Per avere il salmone migliore del mercato si seguono diversi standard di qualità, individuati da Claudio Cerati: il patron di Upstream è un imprenditore di Parma che un bel giorno ha deciso che non era più il tempo di mettersi in cerca di un sapore ma conveniva cominciare a realizzarlo in autonomia. Da quel giorno si sono susseguite sperimentazioni che sono durate per anni e anni, fino a che non si è arrivati al traguardo del gusto migliore. Oggi Upstream è noto per essere il salmone affumicato ideato e prodotto da Claudio Cerati, una novità che senza dubbio non ha eguali nel settore.
Perché scegliere Upstream
Upstream è senza dubbio un prodotto di profilo elevato e può essere inserito nel novero delle eccellenze culinarie italiane. Le carni leggere sono naturalmente buone, ma non è questo il solo aspetto che caratterizza questo salmone. Vale la pena di citare, per esempio, la sua consistenza morbida, ma anche le sue particolari proprietà organolettiche, che sono frutto proprio della diversità che contraddistingue Upstream. Tutto dipende, appunto, dal Sistema di Controllo Distensivo. Un sistema che è stato ideato e sviluppato in maniera esclusiva da Upstream, grazie a cui il salmone dell’Oceano Atlantico ha la possibilità di restare nel proprio ambiente naturale. In particolare, sono i mari del Nord che bagnano le Isole Far Oer ad accogliere i salmoni di Upstream: acque limpide e pulite che rappresentano il meglio possibile.
Un regime restrittivo
Probabilmente in tutto il mondo non esistono altri regimi così restrittivi per ciò che concerne la disciplina dell’acquacoltura dal punto di vista sanitario e la severità dei criteri che vengono applicati. Una cura davvero speciale viene riservata al regime alimentare, che esclude la presenza di antibiotici e di ogm. Insomma, unicamente nutrimenti sani ed equilibrati, in modo che i salmoni abbiano la possibilità di crescere senza eccesso di grasso e in salute.
Il benessere dei pesci
La libertà di movimento di cui possono godere i pesci è un altro degli aspetti che garantiscono il benessere dei salmoni. Un benessere che viene assicurato in virtù di ampi spazi, mentre è ridotta la concentrazione dei pesi, sulla base delle norme indicate dai principi di acquacoltura sostenibile. In più questa libertà viene garantita in fase di pesca in virtù dell’impiego di reti molto grandi, grazie a cui la raccolta non causa al salmone alcun tipo di trauma.
Come funziona il Sistema di Controllo Distensivo
Il Sistema di Controllo Distensivo prevede che il regime alimentare a cui sono sottoposti i pesci sia controllato in modo rigoroso e con la massima attenzione. In più, il diktat impone che il processo sia messo in atto secondo le esigenze dei salmoni, ma ovviamente anche tenendo conto le richieste e i desideri dei consumatori finali. Ogni particolare è studiato nei più piccoli dettagli per garantire elevati standard di qualità in ogni fase: non solo per la crescita del salmone, ma anche per la sua lavorazione. La filiera di Upstream si compone di vari tasselli che si incastrano come in un mosaico perfetto.
Dalla Danimarca all’Italia
La lavorazione del pesce viene realizzata in Danimarca e si sviluppa in diversi passaggi, a cominciare dalla sfilettatura. Dopodiché il pesce è lasciato a marinare e infine affumicato. Anche il processo stesso di marinatura è da ritenersi esclusivo, dal momento che viene realizzato con una quantità minima di sale alternato con lo zucchero. Il processo di affumicatura, invece, viene effettuato con legni di faggio, e più precisamente provenienti dagli Appennini della provincia di Parma. Non si usano, invece, i legni danesi perché sono considerati troppo pesanti, come quelli di tutto il Nord Europa.